La ricevuta d’affitto è un documento fondamentale che attesta l’avvenuto pagamento del canone di locazione da parte del conduttore al locatore. Quando il conduttore adempie all’obbligo contrattuale di versare il canone, solitamente su base mensile, il proprietario dell’immobile è tenuto a rilasciare una ricevuta. Questo documento non solo conferma il pagamento, ma serve anche a dimostrare l’effettivo versamento del canone in caso di eventuali contestazioni future.
Per fare in modo che la ricevuta di affitto abbia valore probatorio, è essenziale che sia redatta in forma scritta. Deve quindi contenere alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto, è necessario includere i dati anagrafici completi del conduttore e del locatore, assicurando che tutte le informazioni siano corrette e aggiornate. È importante specificare il tipo di contratto di locazione in corso, poiché questo determina l’importo da corrispondere mensilmente una volta registrato l’accordo. L’importo del canone mensile deve essere chiaramente indicato nella ricevuta.
Un’eccezione riguarda la ricevuta per l’affitto turistico, che non è sempre obbligatoria. Tuttavia, si consiglia ai locatori che si affidano a professionisti per le locazioni immobiliari di emetterla comunque. Questa pratica facilita la rendicontazione delle entrate derivanti dagli affitti brevi durante la dichiarazione dei redditi.
Prima di procedere alla compilazione della ricevuta d’affitto, è importante sottolineare che questo documento è utilizzato in vari tipi di contratti di locazione previsti dal nostro ordinamento giuridico, inclusi quelli commerciali e i contratti abitativi come l’affitto transitorio, i contratti a cedolare secca, i contratti di affitto per studenti e i contratti a canone libero di durata 4+4 anni.
Quando si redige la ricevuta d’affitto, devono essere indicati diversi elementi essenziali. Oltre ai dati anagrafici del conduttore e del locatore, è necessario specificare l’indirizzo completo dell’immobile oggetto di locazione. Devono essere inclusi anche i codici fiscali di entrambe le parti e il numero del documento d’identità del conduttore e del locatore. La ricevuta deve contenere una dichiarazione che attesti il ricevimento del pagamento, indicando la data e l’importo del canone versato. È fondamentale fare riferimento al tipo di contratto in vigore e alla data di stipula dello stesso, oltre a richiamare la registrazione dell’accordo. Se il canone è soggetto a variazione ISTAT, questa deve essere chiaramente indicata nella ricevuta.
La firma del proprietario è un elemento imprescindibile: una firma deve essere apposta sul documento dal locatore e, idealmente, anche dal conduttore per confermare l’avvenuta ricezione del pagamento.
Un aspetto importante riguarda l’apposizione della marca da bollo sulle ricevute d’affitto. Quando l’accordo tra le parti rientra nel regime fiscale ordinario e l’importo della ricevuta supera i 77,47 euro, è obbligatorio apporre una marca da bollo di 2 euro per evitare sanzioni. Tuttavia, se il contratto di affitto prevede il regime fiscale a cedolare secca, non è necessaria alcuna marca da bollo per la quietanza di pagamento. Questa obbligatorietà è stabilita dal decreto del Presidente della Repubblica n. 642/72, che prevede l’apposizione della marca da bollo per le quietanze rilasciate dal creditore a liberazione totale o parziale di una obbligazione pecuniaria.
La ricevuta di affitto è obbligatoria principalmente quando il pagamento avviene in contanti, per garantire un documento che certifichi l’avvenuto pagamento da parte dell’inquilino. Tuttavia, con l’aumento delle modalità di pagamento elettronico, come bonifici bancari, versamenti su carte prepagate, conti Paypal o assegni, la tracciabilità dei pagamenti è resa più semplice, riducendo la necessità di emettere una ricevuta d’affitto. Nonostante questo, non vi sono divieti che impediscano all’inquilino di richiedere una ricevuta d’affitto in qualsiasi circostanza, anche quando i pagamenti sono tracciabili digitalmente. L’articolo 1199 del Codice Civile, parte della normativa della Ragioneria Generale dello Stato, stabilisce che il creditore che riceve un pagamento deve, su richiesta e a spese del debitore, rilasciare una quietanza e annotarla sul titolo, qualora non sia restituito al debitore.
Per chi desidera un modello di ricevuta d’affitto, è possibile trovare numerosi esempi online in formato PDF editabile, come questo modello di ricevuta per affitto editabile su Documentiutili.com. Però, è importante adattare il modello alle proprie esigenze specifiche, poiché gli stampati standard potrebbero presentare delle lacune. Affidarsi a esperti, come agenti immobiliari o studi legali specializzati, può aiutare a redigere una ricevuta completa e conforme alle normative vigenti, garantendo così la corretta gestione degli affitti e la tutela dei propri diritti.