Quando un apparecchio subisce un guasto o si verifica qualche altro infortunio domestico, è utile sapere quale provvedimento di emergenza può essere preso per rimettere le cose a posto.
Indice
Guasti di natura elettrica
Gli elettrodomestici sono soggetti a subire guasti dopo un uso prolungato, ma la causa è talvolta semplice e potreste eliminare l’inconveniente in pochi minuti, sapendo dove mettere le mani.
Supponiamo che un ferro da stiro o una pentola elettrica, una volta inserita la spina, non funzioni. Il difetto potrebbe essere dovuto a qualche filo staccato: in tal caso potreste individuare probabilmente con molta facilità il punto guasto, risparmiando cosí la spesa della prestazione di un elettricista.
Ammesso che non si tratti di un guasto all’impianto centrale, prima di tutto staccate la spina: non lasciate mai un apparecchio inserito mentre lo esaminate.
Esaminate la spina. Verificate i fili attaccati ai morsetti della spina: uno di questi può essersi staccato e avere causato il disinnesto. Il rimedio consiste nel rifare con pazienza, esattamente come prima, l’allacciamento.
Esaminate il cordone. Con maggiore probabilità il difetto va cercato nel cordone, nel punto in cui ha subito ripetute torsioni e sfregature e si è eventualmente rotto. Cercate il guasto facendo scorrere il cordone fra le dita. Esaminate il punto di rottura: può darsi che uno solo dei fili interni sia danneggiato; in questo caso, riattorcigliatene insieme i capi e fasciateli con nastro isolante. Se entrambi i fili sono rotti, tagliate via il pezzo di filo guasto, scoprite i fili e rieffettuate il collegamento attorcigliando a due a due le quattro estremità. Fasciate poi accura
tamente le parti scoperte con nastro isolante, in modo che non vengano a contatto fra loro.
Questa, però, è soltanto una riparazione di emergenza: appena possibile, sarà bene sostituire tutto il cordone.
Esaminate l’apparecchio. Se la spina e il cordone sono in ordine, il guasto è nell’apparecchio. Smontatelo quel tanto che basta per mettere in vista gli attacchi del cordone che potrebbero essersi allentati o staccati. Se constatate che sono perfettamente a posto, vuol dire che qualche elemento dell’apparecchio ha bisogno di essere sostituito, e questo è un lavoro da tecnico.
Un metodo per assicurarsi che non vi siano guasti negli attacchi (cordone, prese) dell’apparecchio, è quello di fare la prova col sistema lampadina-pila. Prendete due pezzetti di filo e una pila a secco con lampadina, ricavata da una comune torcia tascabile. Scoprite le estremità dei due pezzetti di filo; servitevene per attaccare i due opposti contatti della spina alla pila, e adoperate un gancio fatto con filo scoperto (o un fermaglio da carte) per congiungere fra loro le estremità dei due fili di corrente del cordone nel punto in cui sono collegati all’apparecchio, tralasciando il filo di terra (giallo-verde o verde). Se la lampadina si accende, si ha la prova che il circuito anche all’interno dell’apparecchio funziona.
Il guasto, allora, va sicuramente ricercato in altri elementi dell’apparecchio, cosa che, come abbiamo già detto, non potete fare da soli.
Se invece, come spesso accade, l’interruzione è intermittente, quasi certamente ciò è dovuto a
-Fili allentati o rotti nella spina o all’estremità del cordone all’interno dell’apparecchio.
-Guasto in un particolare punto lungo il cordone.
Corto circuito: un avvertimento. Un odore di bruciaticcio o di pesce guasto che provenga da un apparecchio elettrico inserito, ci avverte che si è verificato un corto circuito con possibilità di pericolo. Non toccate l’apparecchio: girate l’interruttore e staccate completamente la corrente togliendo la spina dalla linea di alimentazione. Potrete allora fare un esame della situazione. Un guasto può dipendere da un filo staccato o consumato nell’apparecchio o nella spina: potrete localizzarlo dall’odore. Se il guasto proviene dai fili nell’interno del cavetto, il punto in cui ciò è avvenuto si rivela generalmente con una zona bruciata sul rivestimento. Come abbiamo già detto nel paragrafo precedente, se il guasto è all’una o all’altra estremità del cavetto, la miglior cosa da fare è tagliare la parte danneggiata a circa 15 cm di distanza e ricostituire l’allacciamento con la spina o con l’apparecchio. Se il guasto è avvenuto verso il centro del cordone, l’intera lunghezza dovrà essere sostituita. Sempre-ché possiate individuare ed eliminare la causa del corto circuito, l’apparecchio sarà nuovamente utilizzabile; se non potrete trovare l’origine del guasto, fate revisionare l’apparecchio da un tecnico.
Ci sono pochissime probabilità che si sviluppi il fuoco da un corto circuito elettrico, purché la spina venga disinnestata appena si ha sentore di bruciaticcio dall’apparecchio. Si tratterà soltanto di bruciatura del rivestimento isolante, e non appena l’effetto del calore proveniente dalla linea di alimentazione sarà eliminato (mediante il disinnesto), l’inconveniente tenderà a sparire da sé. Se non potete per qualche ragione staccare la spina dell’apparecchio, staccate subito la corrente al quadro delle valvole.
Gli incendi provocati da guasti agli impianti elettrici, possono estendersi pericolosamente, qualora non vengano scoperti: il fuoco, prima circoscritto, può propagarsi ad altri oggetti infiammabili circostanti. È perciò importante che i conduttori principali siano in buone condizioni e che i circuiti principali di alimentazione non siano mai sovraccaricati dall’inserimento simultaneo di troppi apparecchi elettrici. Se siete costretti a maneggiare un cavetto in cui sta covando il fuoco, soffocatelo con un panno asciutto. Non gettate mai acqua su un fuoco di natura elettrica e non lo toccate mai, né usate alcun tipo di estintore se l’apparecchio è ancora collegato con la linea di alimentazione.
Se siete preoccupati della possibilità di incendi causati dalle vostre attrezzature elettriche, vi sono vari tipi di piccoli estintori domestici che possono venire usati per qualsiasi fuoco del genere, sempre che la corrente sia stata prima tolta. Ma gli incendi negli impianti elettrici producono generalmente molto fumo e scarso danno, a meno che non siano lasciati liberi di estendersi tanto da appiccare il fuoco ad altri oggetti. Un estintore potrà in tal caso rappresentare il mezzo più rapido per domarli, senza procurare ulteriori danni all’apparecchio.
Apparecchi a gas
A meno che non si tratti di cosa da poco, qualsiasi guasto alle apparecchiature a gas è un lavoro da esperti: non potete permettervi di correre i rischi relativi alla riparazione di una fuga. Comunque, un odore di gas può derivare semplicemente da un rubinetto lasciato semiaperto, oppure dalla fiammella spia dell’apparecchio domestico che si è spenta. Controllate regolarmente che questa funzioni: in caso contrario, potrebbe trattarsi solo di sporcizia. Cercate di eliminarla con un vecchio spazzolino.
Alla ricerca della fuga. Le fughe di gas sono facilmente localizzabili dall’odore. Più vi avvicinate al punto della perdita, più l’odore si fa intenso. Se temete che vi sia fuga di gas da un tubo o da un attacco, fate sgocciolare sul punto sospetto dell’acqua saponata e distribuitela con le dita o con un pennello. Se la perdita c’è, si rivelerà con bollicine che si formeranno alla superficie del tubo nel punto incriminato.
Mai e poi mai dovete avvicinarvi a una fuga di gas tenendo in mano un lume a fiamma libera.
Misura provvisoria. Come misura provvisoria potrete turare la falla applicando sul tubo qualche pennellata di vernice e avvolgerlo con una striscia di stoffa che ricoprirete con nastro isolante. Assicuratevi di avere tamponato la fuga fiutando il tubo da vicino. In ogni caso, avvertite immediatamente la società erogatrice del gas, se la fuga è causata da un effettivo guasto all’impianto. Alla vostra richiesta verrà dato carattere di urgenza. Se siete
riusciti a individuare la causa della perdita, la riparazione provvisoria vi permetterà di continuare ad usare il gas, se ciò fosse assolutamente necessario, tenendo prudentemente aperta la finestra. Altrimenti chiudete il contatore.
Rottura di elementi. Gli elementi rotti degli apparecchi a gas sono spesso facilmente sostituibili, purché possiate procurarvene dello stesso modello. Portate con voi, come campione, il pezzo vecchio, per essere certi di acquistarne uno perfettamente uguale.
Tutte le volte che procedete alla pulitura di un apparecchio a gas, coprite i bruciatori con un panno affinché la sporcizia rimossa non vi cada sopra.
Altri inconvenienti. Due spiacevoli inconvenienti si possono verificare nell’erogazione del gas:
-Variazione di pressione. Se la pressione cala nei momenti di punta (specialmente nella stagione fredda), l’erogazione può venir meno. In tali circostanze, non c’è niente da fare. Se questo fatto però si verifica in altri momenti, può darsi che il diametro dei tubi nel vostro impianto sia inadeguato, cioè che gli apparecchi installati siano troppo numerosi per la portata dell’impianto. Fateli controllare.
-Aumento di pressione, generalmente accompagnato da una specie di suono musicale. Questo è quasi sempre dovuto a eccesso di acqua depositatasi nella tubazione. Avvertite la società del gas affinché mandi un suo tecnico a verificare e a provvedere.
Guasti ai motori
Con apparecchi azionati a motore, il guasto consiste spesso semplicemente in una cinghia che si è rotta o è scivolata fuori della gola di una puleggia. Questo difetto si palesa appena avrete tolto parte della cassa del motore per ispezionare l’interno. Se la cinghia è uscita dalla puleggia. rimettetela a posto, ma se si è rotta non c’è altro da fare che sostituirla con una nuova cinghia di misura e tipo adeguati. Non trascurate mai un rumore insolito che provenga da un apparecchio motorizzato. Cercate di capire che cosa non funziona prima che ne derivi un guasto serio. Se possibile, lasciate l’apparecchio inoperoso finché un esperto non lo avrà esaminato. Vale però sempre la pena di dargli un’occhiata voi stessi, perché l’inconveniente potrebbe derivare da una causa piuttosto banale come, per esempio, che qualche elemento della macchina avesse bisogno di essere pulito o lubrificato. Per le semplici esigenze di manutenzione, consultate attentamente le istruzioni del fabbricante.
Vetri di finestre che si rompono
Non c’è molto da fare quando il vetro di una finestra si è rotto, fuorché applicarvi un pezzo di cartone, tagliato a misura, per difendersi dalle intemperie in attesa di poterlo sostituire. L’incrinatura è un’altra cosa. Potete rimediare provvisoriamente con una striscia di celluloide o plastica trasparente applicata dall’interno (se messa all’esterno non durerebbe molto), oppure eseguire una semipermanente, per quanto antiestetica, riparazione con una striscia di tessuto di vetro di altezza adeguata, tenuta a posto con resina. Questa stessa resina può essere adoperata per fare aderire qualsiasi altro materiale su una rottura.
Lavandini che si incrinano
Esattamente la stessa operazione come per i vetri incrinati delle finestre. Attaccate una striscia di tessuto di vetro su tutta la lunghezza dell’incrinatura, preferibilmente sulla parte sottostante, dove non si vede.
È indispensabile che la zona di rottura sia rigorosamente asciutta prima di tentare la riparazione; perciò, per prima cosa, scaldate il lavandino con una stufetta elettrica per eliminare l’umidità. Una volta effettuata la riparazione, potrete valervi ancora della stufetta elettrica per affrettare l’essiccazione e l’indurimento del punto riparato. Aspettate quanto più possibile prima di riempire d’acqua il lavandino, per maggior sicurezza.
Riparazioni ai mobili
Un guasto frequente nei vecchi mobili molto usati, soprattutto sedie, è la scollatura delle giunture. È quasi impossibile ripararle incollandole, specialmente se la giuntura originaria si è parzialmente rotta.
Il sistema più efficace è di usare delle piastrine metalliche che si avvitano sul pezzo. Se ne trovano in commercio di varie forme (v. fig.): applicatele possibilmente in un punto nascosto, ma anche se dovessero essere messe in vista, non stoneranno quelle di ottone o di acciaio fissate con viti dello stesso metallo.
Le piastrine metalliche possono essere usate per rinforzare le giunture scollate di mobili in genere, cornici, cassetti, armadietti, cancellate di giardino; praticamente, per qualsiasi parte in legno che si sia allentata e necessiti di sostegno. Possono essere adoperate anche per riparare una gamba di mobile rotta, o il telaio di una sedia, ma, se il pezzo è rotto e non solamente incrinato, occorrerà applicare una piastrina per parte. Per ragioni di estetica, inserite le piastrine in modo che non sporgano sulla superficie del legno.
Le porte che fanno attrito sul pavimento
Può accadere che il legno di una porta si sia gonfiato, o che l’intelaiatura, assestandosi, abbia costretto la porta, in qualche punto, a strisciare sul pavimento.
Il rimedio consiste nel segnare il punto o i punti dove si verifica l’attrito e poi piallare il battente fino a quando si apra liberamente.
Per eseguire questa riparazione dovete togliere la porta dai cardini. Prima di affrontare una simile impresa, accertatevi che l’inconveniente non derivi da un cardine spostato. Le viti che fissano i cardini possono essersi allentate, specialmente quelle del telaio della porta. In questo caso non serve a nulla stringere le viti perché probabilmente il cardine si allenterebbe di nuovo. Sostituite le vecchie viti, una alla volta, con viti nuove dello stesso spessore, ma 5 o 6 millimetri più lunghe.
In molti casi, potrete anche aggiustare una porta il cui battente non sia perfettamente a piombo, togliendo le viti che fissano i cardini al telaio e inserendo una rondella tanto nel cardine superiore che in quello inferiore, in modo da fare inclinare leggermente la porta nella direzione voluta quando le viti saranno di nuovo strette.