In questa guida spieghiamo come scegliere i chiodi in base al lavoro da eseguire.
Esistono chiodi di molti tipi, di lunghezza e diametro diversi, adatti a vari scopi. È importante scegliere caso per caso il chiodo più adatto al lavoro del momento. Ecco la descrizione dei tipi più comuni e l’indicazione per l’uso.
Tipologie Chiodi
Chiodo a sezione tonda. Ideale per i lavori in cui la solidità è più importante dell’estetica: infatti la testa del chiodo rimane visibile sulla superficie del legno. Va usato su legno di dimensioni consistenti, altrimenti la sezione tonda del gambo spaccherebbe il legno. Le misure vanno da 19 a 150 mm.
Chiodo a sezione ovale. Usato in falegnameria perché la sua testa spacca meno facilmente le fibre del legno. La testa inoltre può essere annegata nella superficie e il foro riempito con lo stucco o il turapori (vedi stucco). Le misure vanno da 13 a 150 mm.
Chiodo senza testa. Adatto per tutti gli usi. È molto più sottile del chiodo ovale e la sua testa, appena accennata, viene inserita fin sotto la superficie. Il foro viene comunque stuccato. Le misure vanno da 13 a 150 mm.
Semenza per pannelli. Serve per lavori di ebanisteria, giunzioni e MODANATURE. Molto sottile, a sezione tonda, ha una testa piccolissima che viene annegata nella superficie e poi stuccata. Ne esiste anche un tipo con il gambo a spirale. Le misure vanno da 13 a 50 mm.
Bulletta. A sezione tonda, ha una larga testa e serve per lavori di tappezzeria: fissaggio di tappeti, applicazione di fodere o tessuti al legno. Può essere ricoperta di rame, cromo e bronzo; la misura della testa va da 3 a 13 mm.
Chiodino spezzabile. Adatto a fissare le modanature. La testa è spianata e lo spessore è minimo. Le misure variano da 13 a 50 mm.
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Chiodo a testa larga. Sempre a sezione tonda, ma con una testa più larga, viene usato principalmente per applicare il feltro bitumato al tetto o per le recinzioni metalliche. Se usati all’esterno, i chiodi a testa larga devono essere del tipo zincato o in lega d’alluminio. Le misure vanno da 20 a 100 mm.
Chiodo per cartongesso. Simile nella forma al chiodo a testa larga, ma più corto, si presenta anche con il gambo a superficie spinata, per aumentare la presa nei PANNELLI DI GESSO PREFABBRICATI. Le misure vanno da 30 a 40 mm.
Spillo da compensato. Serve a inchiodare piallami e legni lavorati. La testa sfaccettata ha una forte presa e penetra sotto la superficie. Le misure vanno da 19 a 38 mm.
Cantano. Chiodo piatto ricavato da una lastra di metallo e usato in carpenteria, soprattutto per fissare le assì del pavimento: fa ottima presa e la testa a dente piatto incide il legno lungo le fibre senza spaccarlo. Le misure variano da 13 a 19 mm.
Spillo per muratura. Serve a fissare il legno alla muratura ed è in acciaio temprato. Viene martellato direttamente nel muro, ma non deve penetrare troppo a fondo perché potrebbe fessurare il mattone o il blocco in calcestruzzo. Le misure vanno da 19 a 100 mm, ma 19 mm è una misura più che adeguata. Durante l’inchiodatura proteggere gli occhi perché questi spilli tendono a scheggiarsi.
Alcuni suggerimenti
Per inchiodare servirsi sempre del martello più adatto.
Dovendo inchiodare fra loro due petti di legno di diverso spessore, inchiodare quello più sottile a quello più spesso. Scegliere un chiodo che abbia una lunghezza pari a due volte e mezzo-tre volte lo spessore del legno più sottile.
Se esiste la possibilità di spaccare il legno — e questo è possibile con tutti i legni duri — praticare dei fori d’invito . Scegliere una punta da trapano di diametro inferiore al gambo del chiodo.
Quando si devono usare chiodi a sezione ovale disposti in fila, evitare di inchiodarli lungo la stessa fibra, altrimenti la pressione esercitata dai chiodi spaccherebbe il legno lungo quella fibra.
Per evitare che i chiodi a sezione tonda spacchino il legno, appiattirne la punta col martello: la punta piatta penetrerà nel legno attraversandone le fibre, invece che separandole nettamente.
Se il chiodo viene piantato angolarmente, aumenterà il potere di presa.
Per accrescere ancor di più la tenuta, usare chiodi leggermente più lunghi del necessario, in modo che una piccola parte del gambo passi attraverso il legno, quindi ribattere la punta. Per congiungere due pezzi dello stesso spessore, mettere due chiodi in senso opposto uno all’altro, poi ribatterli nei due sensi.
Per annegare la testa di un chiodo entro la superficie, usare un cacciachiodi (o cacciapunte) e un martello.
Evitare di inchiodare in senso trasversale alle fibre. Se è inevitabile, fare penetrare i chiodi con angolazioni diverse, il che garantirà una maggiore presa, soprattutto se si adopererà anche colla da legno.
Togliere i chiodi
Se la testa del chiodo è visibile, si potrà estrarlo usando un cavachiodi, un vecchio scalpello o l’intaglio dell’impugnatura delle tenaglie. Quando la testa è abbastanza sporgente, sì potrà afferrare il chiodo con la penna biforcuta del martello. Proteggere la superficie con un cuneo di legno da frapporre fra superficie e martello.
Se il chiodo è storto, raddrizzarlo con un vecchio scalpello e con le pinze fino a quando si potrà afferrarlo con la penna del martello. Se il chiodo non ha più la testa, estrarlo con le tenaglie.
Se il chiodo è annegato nel legno, si dovrà scalpellare la superficie circostante fino a che lo si potrà afferrare con le tenaglie. Per evitare di danneggiare i legni decorativi, come le modanature, si può provare a schiodare il legno dalla parete e successivamente togliere il chiodo con le tenaglie.