In questa guida spieghiamo come scegliere e utilizzare chiodi e viti.
Indice
Come scegliere i chiodi
Usate chiodi a sezione rotonda per tutti i lavori in cui lo spessore del legno è abbondante e non c’è pericolo che si scheggi. La capocchia rotonda infatti assicura una buona tenuta.
I chiodi a sezione ovale si adoperano quando si teme che il legno si schianti o quando occorre che la testa scompaia sotto il livello del legno.
Le punte da pannelli servono per chiodare pannelli di masonite, faesite o di compensato a intelaiature o a tavolame di legno. Le bullette non sono adatte per questo scopo.
I chiodi temperati si adoperano per gli intonaci.
Per lavori speciali occorrono chiodi speciali: chiodi per travicelli; chiodi da pavimenti, per le assicelle dei pavimenti ecc.
Servitevi di chiodi normali per gli interni e di chiodi zincati per gli esterni.
Come adoperare efficacemente le viti
Scegliete le viti di lunghezza adatta. Per esempio, se dovete avvitare un pannello a un telaio di legno, adoperate una lunghezza che permetta alla vite di penetrare fino a metà circa dello spessore dell’intelaiatura, o almeno a 15 mm per qualunque altro maggiore spessore.
Scegliete una vite con gambo la cui sezione sia adeguata allo sforzo richiesto alla vite stessa. Se siete in dubbio, fermate la vostra scelta su una misura intermedia.
Se dovete introdurre la vite vicino al bordo di un pannello di compensato, oppure in un pezzo di legno di spessore sottile o in qualsiasi spessore di legno duro, eseguite prima un foro pilota (vale a dire della stessa lunghezza della vite) per ricevere la medesima.
Usate i cacciavite con lama di larghezza adeguata. Ciò è particolarmente importante con le viti di misure maggiori, o quando si deve avvitare nel legno duro.
Quando dovete introdurre una vite di ottone nel legno duro, prima immergetene la punta nel grasso. Questo faciliterà l’avvitamento a fondo, senza che la vite rimanga troppo serrata e si possa spezzare in due.
Le viti autofilettanti sono soprattutto adatte per “mordere” in materiali duri, e particolarmente quando soltanto una superficie del pezzo è accessibile. Il segreto sta nel fare il foro di misura adatta alla vite in modo che questa possa “mordervi” tenacemente e al tempo stesso sia avvitabile a fondo. State perciò attenti alla punta del trapano, che deve essere adatta alla misura della vite usata.
La tabella, qui sotto riportata, potrà esservi utile per calcolare le rispettive misure.
Come liberare una vite bloccata dentro il foro
L’olio speciale o Svitol è parzialmente efficace nell’allentare la presa di una vite rimasta bloccata nel metallo, oppure un dado ossidato sulla sua vite. Per maggior sicurezza, aspettate un’ora perché l’olio possa esercitare la sua azione.
All’occorrenza provate questi metodi piú drastici.
Viti con testa a croce.
Questo è un sistema che riesce quasi sempre. Prendete un cacciavite con manico di plastica del tipo per viti con intaglio a croce, appoggiatelo perpendicolarmente sulla testa della vite e battetelo bruscamente con un martello. Questa operazione romperà la presa della ossidazione.
Viti con testa normale.
Ungete generosamente il pezzo in modo che l’olio penetri sotto la testa della vite e nella filettatura. Scegliete un cacciavite con manico grande (del tipo da falegname) e con lama di larghezza adeguata al taglio della testa della vite.
Se non riuscite ad allentare la vite, afferrate la parte piatta della lama del cacciavite con una chiave inglese. La vite si sbloccherà per l’aumentata capacità del cacciavite a compiere lo sforzo.
In caso di ulteriore insuccesso, oppure se la testa della vite si rompe, dovrete procedere alla sua estrazione col trapano. Se si tratta di una vite grossa, potrete farvi un foro col trapano e inserire nel foro stesso un estrattore a passo contrario. Introducete poi un giramaschio nell’estremità quadrata dell’estrattore e rotate in senso antiorario per tirar fuori la vite.
Gli estrattori sono simili a una vite senza testa, filettati in senso contrario, che vengono costruiti con uno speciale acciaio temperato. Sono relativamente a buon mercato e si trovano in varie misure.
Come liberare dadi e bulloni ossidati
In molti casi dadi e bulloni ossidati possono venire allentati con una chiave a bussola, perché questo utensile può generalmente sviluppare una sufficiente forza di leva da arrivare perfino a tagliare il bullone, se necessario. Ma le chiavi a bussola costano parecchio e non sempre sono previste in una dotazione di utensili casalinghi. Se è il vostro caso, cercate di incrementare la forza di leva degli utensili che avete a disposizione, per esempio infilando l’estremità del braccio di una comune chiave in un pezzo di tubo metallico.
Per prima cosa, ungete il dado con Svitol, poi, tenete presente che.
La chiave usata deve essere di passo adeguato al dado. Una chiave che non facesse abbastanza presa sul dado non avrebbe l’efficacia necessaria, né potrebbe averla una chiave inglese, per la stessa ragione.
Quasi certamente sarà necessario bloccare la testa del bullone perché non giri, usando un’altra chiave di passo appropriato.
Se il dado rifiuta di sbloccarsi, e non siete in grado di procurarvi un adeguato sistema di presa e di leva con gli arnesi che avete a disposizione, non vi resta che trapanare o segare o scalpellare il dado e liberare il bullone.