Molte persone hanno familiarità con i piú comuni utensili, ma non sempre conoscono il modo migliore e piú sicuro di maneggiarli.
Martelli
Il compito principale di un martello in casa è quello di piantare i chiodi, ma che però, in principio, devono essere tenuti in posizione. Può capitare perciò di colpire le dita invece della testa del chiodo, specialmente quando questo è molto corto. Potete evitare l’inconveniente aiutandovi con qualcosa d’altro, per esempio una pinza, sistema peraltro un po’ ingombrante. Invece, se dovete reggere un chiodo lungo, tenetelo fermo con una strisciolina di carta avvolta intorno al gambo.
Se si tratta di un chiodo a gambo corto, infilatelo in un pezzetto di cartone ondulato o di cartoncino, tenuto fermo da un lato, attraverso il quale potrete battere il chiodo.
Entrambi i sistemi rappresentano un vero toccasana per le vostre dita; togliete il sostegno dopo che il chiodo sarà entrato sufficientemente per sostenersi da sé.
Altra cosa da ricordare è che la grandezza del martello deve essere proporzionata alla misura del chiodo. È inutile tentare di piantare un grosso chiodo con un martellino da tappezziere: il martello tenderà a schizzare via dalla testa del chiodo invece che spingerlo a fondo; inoltre, piú piccolo sarà il martello, maggiore sarà la probabilità di mancare il colpo.
Non usate mai un martello la cui testa non sia saldamente fissata al manico; potrebbe saltar via durante il lavoro. Procuratevi da un fabbro un piccolo cuneo di ferro e spingetelo nell’estremità del manico per serrarlo bene dentro l’occhio della testa del martello; fate questa operazione battendo l’utensile contro una superficie di cemento o sopra una pietra.
Cacciavite
I cacciavite devono essere usati soltanto per fare il loro e non, come s’è detto, per aprire, ad esempio, una lattina di pittura. Questi utensili richiedono un foro di avviamento nel quale introdurre la punta della vite. Potete fare il foro con un punteruolo, oppure, se la vite è grossa e il legno è duro, con un trapano. Tenete la vite con due dita durante i primi giri del cacciavite, dopo di che non occorrerà piú sostenerla.
Lo stesso accorgimento va séguito quando dovrete inserire nel muro una vite conica a mezzo di uno zipolo o altro tipo di tassello. Dopo inserito lo zipolo con qualche colpetto di martello, usate un punteruolo per allargare il foro che si sarà alquanto « accecato », allo scopo di introdurre bene la vite.
Se il cacciavite scivola via, probabilmente dipenderà dal fatto che non lo tenete ben diritto sulla testa della vite, ma in posizione obliqua e allora la lama tenderà a slittare fuori del taglio della vite. Si tratta di un errore molto comune. Dovrete inoltre esercitare una giusta pressione sulla vite allo scopo d’impedire alla lama di saltar fuori dal taglio, ma lo sforzo principale va fatto nel rotare il cacciavite. Non cercate però di spingere troppo: lasciate che la vite si apra il passo da sé.
Nel caso in cui sia necessario proteggere una superficie dagli eventuali danni che potrebbe causarle lo slittamento del cacciavite, dovete usare viti con testa a croce o a stella: ciò però comporta l’acquisto di cacciavite speciali, utilizzabili soltanto per questo scopo, perché le viti a croce o a stella non potranno essere avvitate con quelli normali, e i cacciavite con punta rispettivamente a croce o a stella non potranno servire per avvitare le viti con testa a taglio singolo.
Seghe
Adoperare una sega non è cosa tanto semplice come potrebbe sembrare; molto dipende dalla direzione del taglio: se contro la fibra del legno, oppure in direzione della fibra.
Nel segare trasversalmente alla fibra —come quando si tratta di tagliare dei tronchi d’albero — l’utensile deve essere tenuto ad un angolo di 45°, mentre per segare in direzione della fibra, l’angolo di taglio deve essere di 60°. Nel caso di compensato di legno, usate lo stesso angolo di 45° come per segare contro la fibra.
Si sega con movimento di va e vieni, sempre mantenendo lo stesso angolo di taglio, e facendo attenzione che la lama non oscilli per non modificare l’angolo di taglio.
Il concetto è di lasciare che la sega si apra da sé la strada — senza esercitare una eccessiva pressione — e imprimendo all’utensile una corsa piana e piuttosto lunga anziché corse rapide e brevi. Molte seghe si prestano al moto continuo, ma le seghe a mano agiscono soltanto nella corsa in avanti; perciò con questi tipi di seghe non va fatta alcuna pressione durante la corsa di ritorno. Con tutti i tipi infatti voi troverete piú agevole il segare in andata, considerando la corsa di ritorno come un semplice ristabilimento della posizione.
Bisogna, anzitutto, ingranare il taglio: se cominciaste a segare con corsa in avanti, probabilmente la sega scivolerebbe da parte invece di « mordere » nel legno.
Dovete, per prima cosa, appoggiare la lama sullo spigolo del pezzo di legno e stabilire il giusto angolo di taglio, tenendo il pollice lungo il fianco della lama per farle da guida. Tirate indietro pian piano la sega e ricominciate l’operazione finché non avrete ottenuto un’intaccatura sufficiente per iniziare il taglio. Allora potrete spostare il dito e cominciare veramente a segare guidati dall’intaccatura che avete iniziata.
Prima di accingervi a segare del legno vecchio, assicuratevi che non vi siano rimasti dei chiodi che potrebbero danneggiare i denti della sega. Per toglierli, battete col martello la punta del chiodo per spingere la testa fuori dal legno; capovolgete il pezzo e afferrate la testa del chiodo con una tenaglia facendo leva sul chiodo con movimento rotatorio laterale. È inutile tentare di strappare direttamente il chiodo.
Se non volete lasciare segni sulla superficie del legno facendo questa operazione, mettete sotto la tenaglia un pezzo di cartone o di compensato.
Trapano a mano
Molti hanno piú pratica del martello e del cacciavite che del trapano, eppure questo utensile può servire a risolvere vari problemi domestici. Per montare una punta nel mandrino di un trapano a mano, tenete stretto il mandrino con la mano sinistra e girate il manico dell’utensile in senso antiorario per aprire le ganasce (i tre pezzi a forma di cuneo che si trovano dentro l’imboccatura del mandrino). Inserite la punta fino in fondo, e sempre tenendo con la sinistra il mandrino, girate il manico in senso orario, facendo forza su di esso per stringere piú che potete le ganasce; se non stringete abbastanza il mandrino, la punta del trapano potrebbe saltare via durante il lavoro.
Prima di usare il trapano, fate sempre un piccolo foro di avviamento con un punteruolo (se si tratta di legno o altro materiale tenero) o con un punzone (se si tratta di materiale duro). Questo servirà anche a centrare esattamente il punto da forare, e il trapano non tenderà a slittare da una parte appena cominciate a farlo funzionare.
Girate la manovella con movimento regolare imprimendo una opportuna pressione per permettere alla punta di entrare gradatamente; premendo troppo, rischiereste di spezzare la punta e dovreste sostituirla.
Mantenete l’utensile ad angolo retto rispetto alla superficie del pezzo; se lascerete che il trapano si pieghi da un lato, non solo il foro non riuscirà perfetto, ma con tutta probabilità la punta si spezzerà dentro il foro stesso. Identica avvertenza si deve usare impiegando un trapano elettrico.
Eccovi altre norme da tenere presente nel trapanare
-Per ottenere un foro regolare che passi da parte a parte, fermatevi appena la punta esce dalla superficie opposta. Estraete il trapano, capovolgete il pezzo e alesate il foro trapanando dall’altra parte.
-Per estrarre il trapano da un foro non cercate di farlo tirando o svitando la punta. Cominciate a rotare l’utensile pian piano nella stessa direzione come se continuaste ad avvitare, ma senza fare nessuna pressione: questa operazione allenterà la punta e vi permetterà di estrarla facilmente.
-Se state forando un sottile compensato di legno (o masonite, faesite ecc.), mettete sotto il pezzo un’assicella di legno pieno: potrete in tal modo forare fino in fondo, operando da una parte sola e ottenere in pari tempo un foro di uscita perfetto.
-Se state forando lamiere metalliche sottili con un trapano elettrico, non tenete mai fermo il metallo con le dita: nel momento in cui la punta affiora alla superficie sottostante, la lamiera potrebbe accartocciarsi pericolosamente su se stessa imprigionando la vostra mano, mentre l’utensile, non trovando piú resistenza, accelererebbe la sua rotazione. Fissate quindi bene il pezzo da lavorare al banco.
Pialle
Se adoperate una pialla per assottigliare un pezzo di legno — per esempio il bordo di una porta che faccia attrito sul pavimento — vi sono due norme da osservare.
-Regolare la profondità di taglio del ferro girando il pomo zigrinato che sta al centro del meccanismo metallico dell’utensile, in modo da produrre un taglio liscio e piano: è preferibile operare in poca che in troppa profondità.
-Cercate, provando e riprovando, la maniera migliore per piallare una superficie. Se vi accorgete che la pialla tende a penetrare troppo in profondità e s’inceppa, lavorate in direzione opposta: vedrete allora che l’utensile scorrerà bene.
C’è sempre il modo “giusto” e “sbagliato” di piallare un pezzo di legno.
Usando la pialla otterrete sempre superfici piú lisce; ma nel caso di semplice riduzione di spessore, come la porta che “struscia” sul pavimento, è piú pratico servirsi di un portalime per lime fresatrici o altro arnese del genere. In questo caso potrete lavorare in tutte le direzioni, salvo che direttamente sugli spigoli, perché il legno si scheggerebbe facilmente in quel punto. Con tale attrezzo non si ha una superficie liscia come con la pialla comune, ma è sempre possibile rifinire il lavoro con la carta vetrata.
Lime. Le lime servono utilmente a rifinire pezzi in materiale duro, specialmente metalli. Questi utensili si trovano in molte forme e lunghezze; voi dovete fare una scelta di lime piú adatte ai lavori previsti. Quelle piccole sono munite di impugnatura di legno e si adoperano con una mano sola; per quelle lunghe, talvolta senza impugnatura, occorrono entrambe le mani.
È utile fissare il pezzo da lavorare in una morsa, cosí è possibile concentrare tutti gli sforzi nello spingere in avanti la lima a colpi vigorosi.
Seghetti da metalli
Se dovete tagliare materiali metallici, un seghetto da metalli sarà l’arnese adatto. Ancora una volta, stringete il pezzo saldamente in una morsa e fate una intaccatura di avvio con una limetta a sezione triangolare. Afferrate con la mano destra il manico del seghetto e con la sinistra tenete la parte anteriore dell’archetto per guidarlo; appoggiate la lama all’intaccatura e cominciate a segare spingendo vigorosamente in avanti. Mantenete un’andatura regolare e costante segando con moto di va e vieni, ma esercitando scarsa pressione nella corsa di ritorno. Se vi sembra che l’utensile non “morda” nella corsa di andata, ciò significa che la lama non è stata montata sul telaio nel senso giusto: provvedete smontandola e rimontandola nel senso opposto.
Cesoie
Per tagliare lamiere metalliche sottili potete adoperare una cesoia da lattoniere (non le usuali forbici di cucina che non sarebbero abbastanza resistenti per questo lavoro e che riuscireste soltanto a rovinare).
Le cesoie assomigliano alle forbici: hanno lame corte e branche piú spesso incurvate in dentro che terminanti ad anelli. Adoperatele con cautela, come se fossero forbici, e fate attenzione a non pizzicarvi il palmo della mano con l’estremità delle branche.