Le muffe sono minuscoli organismi vegetali, per l’esattezza funghi, di dimensioni microscopiche, le cui spore, sempre presenti nell’aria, si posano su tutte le sostanze dalle quali possano trarre il loro elementare nutrimento. Prosperano dappertutto dove c’è umidità e più che mai con il caldo — sui tessuti, sul cuoio, sul legno, sulla carta…, specie negli ambienti poco ventilati e scarsamente illuminati — e provocano macchie, decolorazione e peggio, perché alla lunga distruggono i materiali su cui hanno attecchito.
MISURE PREVENTIVE
Per impedirne la formazione tenete la casa ben arieggiata e pulita, dato che non solo l’umidità ma anche le sostanze grasse favoriscono lo sviluppo delle muffe.
Se vivete in una zona dal clima prevalentemente umido, approfittate delle giornate in cui l’aria esterna è più secca di quella interna per spalancare le finestre, specie la notte quando la temperatura scende e il tasso di umidità atmosferica si riduce.
Il ricambio dell’aria (meglio se aiutato da un ventilatore elettrico in funzione) renderà più asciutta anche quella. interna. Lasciate aperte, periodicamente, antine e cassetti dei mobili per evitare che l’umidità vi si accumuli.
Se la casa è rimasta disabitata per qualche tempo e al rientro vi accorgete che sa di umidità vi converrà riscaldarla brevemente accendendo una stufa oppure il forno, e spalancare porte e finestre perché l’aria carica di vapore acqueo ne esca.
La prima regola antimuffa, per quanto riguarda gli indumenti e la biancheria da casa, dice di non lasciarli in giro ammucchiati quando sono umidi e di far asciugare quelli destinati al bucato prima di cacciarli nella cesta della roba in attesa di lavaggio; di allargare la tenda della doccia e di stendere asciugamani e accappatoi, dopo averli adoperati; di non inumidire più capi di quanti siete sicure di poter stirare di fila; di non riporre mai abiti, coperte o biancheria che non siano perfettamente puliti; di non inamidare mai camicie, tendine o altro che debba rimanere riposto per lungo tempo. Appendete gli abiti a distanza sufficiente l’uno dall’altro, negli armadi, affinché l’aria vi circoli e collocate gli oggetti più esposti al pericolo d’ammuffire, come le calzature e le valigie, sul ripiano più alto del mobile in cui li custodite. A volta basta lasciare accesa una lampada elettrica di scarsa potenza nel guardaroba perché la muffa non si formi. Durante la stagione caldo- mida, tenete d’occhio gli indumenti conservati negli armadi a muro, specie quelli chiusi nei sacchi protettivi, che offrirebbero un terreno di coltura assai propizio, in aggiunta agli altri fattori summenzionati, alla proliferazione dei malefici funghi.
Gli accorgimenti che chiameremo elementari, cioè l’esposizione più frequente possibile all’aria aperta e al sole, preserveranno dagli ammuffimenti anche i mobili imbottiti, i materassi e i tappeti.
Per i tessuti che restano esposti alle intemperie, specialmente tendoni da sole, ombrelloni e sedie da giardino, esistono prodotti in confezione spray a base di cere emulsionate e di siliconi che essendo idrorepellenti rendono più difficile la formazione della muffa. Più efficaci ancora sono le rifiniture antimuffa cui spesso vengono sottoposti in fabbrica questi tessuti; se lo ritenete opportuno, potete anche sottoporli da sole a un trattamento analogo usando uno dei prodotti specifici che si trovano in commercio.
Per i tendaggi e i tessuti da rivestimento in genere che non sono esposti alle intemperie esistono anticrittogamici che potete usare in casa senza inconvenienti, dacché sono inodori e incolori e a volte contengono anche un insetticida e fanno quindi due servizi, proteggendoli sia dalla muffa sia dalle tarme. Non spruzzateli però sugli indumenti, a meno che le istruzioni stampate sul recipiente non specifichino che sono indicati anche per questo impiego.
Per combattere la formazione della muffa sugli indumenti e i tessuti in genere sono efficaci due sostanze chimiche volatili, di largo impiego come tarmicidi: i cristalli di paradiclorobenzene, da spargere fra le pieghe degli indumenti conservati nei cassetti o da appendere, chiusi in sacchetti di tela, nei sacchi custodia; siccome intaccano certi tipi di materie plastiche, farete bene ad adoperare grucce di legno e a staccare dagli abiti i bottoni e le fibbie di plastica. L’altra sostanza chimica che ha un’azione analoga è la paraformaldeide, una polvere da mettere anch’essa in sacchetti di tela (50 g circa sono sufficienti per uno spazio di 3 m cubi).
La paraformaldeide è velenosa: quindi, attenzione a non inalarne i fumi e a conservarla fuori portata delle mani infantili. Gli anticrittogamici spray di cui parlavamo dianzi vanno spruzzati anche all’interno de li armadi a muro o del guardaroba in cui riponete gli indumenti fuori stagione. Attente a non inalare l’aerosol e a non spruzzarne vicino a una fiamma.
Per proteggere gli articoli in pelle inumiditeli, servendovi d’una spugna o di un tampone, con una soluzione alcoolica all’1% d’una delle sostanze chimiche qui elencate: diclorofene, silicilanilide, timolo, paranitrofenolo (quest’ultimo non va usato con gli articoli di pelle bianca o chiara). Se li impiegate per preservare dai danni della muffa le calzature, passate la soluzione all’esterno e all’interno. In commercio si trovano preparati appositi, che oltre a impedire la formazione della muffa contengono anche una cera o una resina ai siliconi che le protegge dal sudore e dai danni dell’umidità atmosferica. Le giacche, le scarpe, le borsette e le pelletterie in genere, messe a riposo durante la stagione caldo-umida, saranno al riparo da ogni pericolo se dopo averle cosparse con un po’ di paradiclorobenzene o di paraformaldeide le avvolgerete in una custodia ben chiusa, che le escluda dal contatto con l’aria. Fate attenzione a non usare il para-diclorobenzene se le valigie o le borsette hanno finiture di plastica. Ugualmente consigliabili sono gli anticrittogamici: spruzzatene gli articoli di cuoio in modo che la superficie risulti ben umida, quindi avvolgeteli, dopo che sono asciutti, in un panno che li protegga e riponeteli quanto più possibile al sicuro dal contatto con l’aria.
I libri e la carta in genere sono assai sensibili ai danni dell’umidità e, quindi, anche agli attacchi della muffa. Utile anche nel loro caso, se sono custoditi in una libreria chiusa, il metodo della lampadina elettrica accesa in continuazione, oppure quello dei sacchetti contenenti paradiclorobenzene o paraformaldeide, nonché gli anticrittogamici in confezione spray. Nelle zone particolarmente umide, dove la muffa rappresenta un problema cronico, potrete salvaguardare le copertine dei libri applicandovi uno strato protettivo di gomma lacca chiara o una mano sottile di vernice trasparente cui avrete aggiunto dal 2 al 3% di salicilanilide o di diclorofene (assicurandovi prima di usarli, con una prova in un angolino poco visibile, che non alterino i colori).
ODORE DI MUFFA
Se la cantina o la cabina della doccia sanno di muffa, è segno che la muffa c’è o si sta formando. Per eliminarlo, e prevenire al tempo stesso la formazione della sgradevole e dannosa peluria grigio-verdastra, oltre che provvedere al riscaldamento e all’aerazione dell’ambiente, vi converrà spruzzare il pavimento dell’interrato, se è in terra battuta, con il cloruro di calcio che spazzerete via quando l’odore sarà scomparso. Se invece il pavimento è di cemento oppure a mattonelle, procedete come per le pareti piastrellate, sfregandoli con una soluzione di varechina (da mezza a 1 tazza ogni l d’acqua), sciacquandolo e asciugandolo subito dopo. L’operazione dev’essere eseguita il più rapidamente possibile se le piastrelle sono d’asfalto o di materiale plastico, perché altrimenti resterebbero macchiate. Utili a questo scopo sono anche gli anticrittogamici spray, in bombole a bassa pressione. Per l’impiego, attenetevi alle istruzioni della ditta produttrice.
Nel caso un tessuto di cotone abbia preso odore di muffa, aggiungete nel primo risciacquo un po’ di varechina, sempre che non sia stato sottoposto al trattamento antipiega.
MACCHIE DI MUFFA
Se nonostante le precauzioni, o più probabilmente per non aver osservato le necessarie precauzioni, gli indumenti o la biancheria mostrassero macchie di muffa, provvedete senza perdere un minuto per evitare guai peggiori. Spazzolateli (se possibile all’aperto, perché le spore non si diffondano nell’ambiente) ed esponeteli all’aria e al sole. Quindi affidate a una tintoria i capi da pulire a secco e lavate in abbondante acqua molto calda e detersivo gli altri, sciacquateli e metteteli ad asciugare al sole. Se rimanesse una traccia, provate con un candeggiante, ma tenete presente che si tratta di una macchiaccia che ha avuto il tempo d invecchiare, e spesso qualsiasi rimedio tentiate sarà inutile, perché le fibre saranno state intaccate irreparabilmente.
Anche nel caso dei materassi, dei tappeti e dei mobili imbottiti il primo passo consiste in un’energica spazzolata se avete la possibilità di portarli all’aperto (altrimenti puliteli con la bocchetta apposita dell’aspirapolvere); poi lasciateli all’aria e al sole affinché l’umidità evapori (oppure asciugateli con un asciugacapelli elettrico o mettendo in funzione il ventilatore o una stufetta).
Se questi rimedi non bastassero, passate sul punto macchiato una spugna o un tampone intinti in soluzione concentrata d’acqua e sapone o detersivo, dopo averli ben strizzati, e togliete il residuo di schiuma con un panno umido e pulito.
Per la spugnatura va bene anche l’alcool denaturato e diluito con un uguale quantitativo di acqua.
Se la muffa è penetrata all’interno dell’imbottitura, non vi resta che rivolgervi a un laboratorio specializzato in questo tipo di pulitura a secco, dove provvederanno all’asciugatura completa e alla fumigazione, che ucciderà le spore presenti, ma non vi garantirà dal ripetersi del guaio.
Per i tappeti e le moquette impiegate una soluzione concentrata di acqua e detersivo, oppure uno shampoo apposito e poi sciacquate con una spugna appena umida. E in tutti i casi affrettate il più possibile l’asciugatura.
Per eliminare la muffa che si fosse formata sul cuoio, passatelo con un panno bagnato in una soluzione di acqua e alcool in parti uguali e lasciate asciugare l’oggetto esponendolo a una corrente d’aria. Se la macchia non scomparisse, lavatela con una soluzione concentrata di sapone da sellaio sciolto in acqua o di sapone neutro o di un sapone contenente un anticrittogamico o un altro germicida in un posto ben aerato. Poi, se si tratta di scarpe o di valigie, le potete lucidare normalmente.
Libri e carte macchiati di muffa vanno puliti — dopo averli fatti asciugare se fossero umidi — con un panno morbido e pulitissimo. Per fare asciugare i libri, metteteli, aperti, davanti a un ventilatore, oppure spargete fra le pagine talco o amido di cereali e lasciatevelo parecchie ore, affinché assorba tutta l’umidità. Quindi eliminatelo scuotenti’ leggermente il libro.
Per fare asciugare la carta da tappezzeria delle pareti riscaldate per ore, o per giorni, l’ambiente a calore moderato, affinché anche l’intonaco sottostante possa asciugare senza screpolarsi.
È difficile che il legno — mobili e infissi all’interno della casa — venga intaccato dalla muffa. Comunque, se succedesse, sfregate con un alcali leggero come la comune soda da bucato o il fosfato trisodico (da 4 a 6 cucchiai da tavola in 1 1 d’acqua). E, se volete che l’inconveniente non si ripeta, ridipingete la superficie con una vernice antimuffa.
Come togliere l’umidità in casa
Deumidificanti chimici
Servono ottimamente allo scopo varie sostanze: il cloruro di calcio, il gel di silice (una forma di silice colloidale, simile a un’arenaria grossolana ma molto poroso, e dotato quindi di un forte potere assorbente) e l’allumina attivata, cioè resa assorbente; le ultime due sostanze bevono l’acqua… come autentiche spugne, fino alla metà del loro peso, ma anche sature, a differenza delle spugne, paiono asciutte al tatto, non danneggiano i tessuti e sono per così dire inesauribili, perché una volta asciugate veramente, e non solo in apparenza, mediante una corrente d’aria caldissima, si riattivano. Si possono appendere negli armadi, chiusi in un sacchetto di tela, oppure collocare, entro una bacinella, sul fondo o su un ripiano, o anche spargere in granuli fra uno strato e l’altro di biancheria o d’indumenti contenuti nei cassetti, facendo attenzione che sia questi sia le ante del guardaroba rimangano chiusi. Per riattivare i granuli, ossia per asciugarli, basterà che li mettiate per parecchie ore in un forno a ventilazione, riscaldato a 100°C. Talvolta il gel di silice è trattato con un cosiddetto indicatore, ossia con una sostanza chimica che reagisce all’umidità passando dal colore azzurro al rosa.
Deumidificatore elettrico
Una buona soluzione per gli ambienti particolarmente umidi è rappresentata dal deumidificatore elettrico, che aspira l’aria, ne fa condensare l’umidità sulla superficie fredda dell’evaporatore e poi la rimette in circolazione, dopo averla riportata alla temperatura originaria mediante il passaggio attraverso il riscaldatore.