In questa guida spieghiamo come fare la manutenzione e il restauro del marmo presente in casa.
Un tempo impiegato per rivestimenti e pavimentazioni in case di lusso, ha perso progressivamente terreno di fronte ai materiali più moderni e meno costosi. Prendono il nome di marmi tutte quelle pietre, calcaree e non, che hanno come caratteristica principale quella di poter essere lucidate specularmente. La pietra destinata a diventare marmo viene tagliata in lastre con macchine speciali e queste lastre vengono lungamente trattate per far loro acquisire su di una faccia il tipico aspetto lucido ed altamente ornamentale. Osservando una lastra di marmo si noterà facilmente come questa non sia un blocco omogeneo di materiale: le venature, infatti, più o meno sottili e colorate, sono intrusioni di materiali diversi che molto spesso hanno anche caratteristiche diverse dl durezza e resistenza meccanica. Già in fase di taglio e levigatura nascono I primi problemi; una venatura troppo larga e profonda indebolisce le lastre sottili che, con una semplice flessione, si spezzano. In fase dl levigatura è necessario stuccare quei punti dove il materiale più friabile è stato malamente asportato dalla macchina da taglio.
Quando il marmo viene messo in opera, specialmente come materiale da pavimentazione, inizia il suo logorio dovuto sia allo scalpiccio sia all’uso di prodotti chimici per la pulizia e la lucidatura; le parti delle lastre che più soffrono sono ovviamente le più deboli, ossia le venature e le stuccature fatte in sede di levigazione. Il marmo, di conseguenza, non si presenterà più compatto e lucido, ma in molti punti apparirà corroso e sporco.
Un altro degli aspetti del marmo è la sua fragilità. Visto il suo costo elevato il marmo destinato ai rivestimenti viene tagliato in lastre molto sottili perché non vengono, generalmente, sottoposte a sforzi meccanici dato che sono fissate su un fondo di cemento.
Gli interventi che un dilettante può eseguire su un pavimento in marmo riguardano la manutenzione e il restauro delle sue parti più deboli, venature e stuccature, purché non sbriciolate, e la sostituzione di piccole lastre. Quest’ultima operazione, peraltro, è vincolata alla reperibilità di una lastra di marmo dello stesso tipo e spessore di quella rotta. In molti casi sarà necessario munirsi di molta pazienza dato che per una
sola piccola lastra non vale certo la pena di tagliare un grosso blocco di marmo; sarà di conseguenza necessario attendere che qualche impresa edile richieda marmo in lastre del tipo usato nel pavimento da riparare.
Manutenzione e restauro
Per rendersi conto dello stato di una superficie di marmo è necessario osservarla in controluce: il marmo integro dopo la levigatura e la « piombatura » fatta In opera, risulta, a questa osservazione, del tutto compatto e lucido; quando invece è iniziata l’azione di deterioramento delle sue parti più deboli la superficie speculare risulterà macchiata di zone e venature opache; quando infine questa azione è progredita si noteranno dei veri e propri avvallamenti sulla superficie, come se il marmo fosse stato corroso. L’intervento deve essere il più tempestivo possibile. Tutto quanto può servire allo scopo si acquista anche in piccole quantità presso i marmisti.
Per stuccare le piccole fenditure occorre del mastice all’ossido di piombo, più noto come mastice al litargirio, oppure del cemento magnesiaco frammischiato a terre coloranti dello stesso colore delle venature, o frammisto a polvere dello stesso tipo di marmo. Per prima cosa è necessario pulire la lastra da eventuali cere; le sostanze grasse penetrano in profondità e sono di difficile eliminazione; ad ogni modo una pulizia sufficiente allo scopo che ci si prefigge può essere ottenuta lavando la lastra con liscivia alcalina o con potenti detersivi all’ammoniaca; sciacquare con acqua tiepida. Usando poi un raschietto acuminato e molto resistente grattare la fenditura e le zone dove il marmo risulta opaco, in modo da staccare tutte le particelle di stucco o le schegge di marmo per offrire la migliore presa alla stuccatura. Preparare ora il miscuglio di cemento magnesiaco e polvere di marmo (o terre coloranti); il miscuglio dovrà avere la consistenza finale di un lattice semidenso. Si colerà lo stucco così preparato nei punti danneggiati senza curarsi molto se deborda; si aiuterà la penetrazione usando uno straccio intriso dello stesso stucco. A presa avvenuta (dopo circa 46 ore), si levigherà il tutto e si asporterà lo stucco superfluo usando pietra pomice bagnata. Ad essiccazione avvenuta si farà assorbire alla lastra di marmo un mordente costituito da 25 parti di essenza di trementina e 6 parti di cera bianca. Eliminare il miscuglio superfluo e dopo qualche giorno procedere alla lucidatura secondo i metodi tradizionali.
Se invece le fenditure fossero già profonde procedere alla stuccatura in due tempi: dapprima si riempiranno le fenditure con stucco semidenso e quando questo avrà fatto quasi presa (dopo 12-18 ore) si procederà con stucco più liquido.
Una lastra rotta
Se una lastra di marmo si è rotta, senza per questo sbriciolarsi, con un piccolo scalpello a lama liberare il pezzo più piccolo della lastra dal cemento che lo ancora alle lastre attigue; con molta cautela staccare il pezzo dal pavimento. Se il pezzo più grosso della lastra non è saldamente attaccato al pavimento staccarlo; stendere su di una superficie perfettamente liscia un foglio di carta oleata; pulire con un pennello asciutto i due pezzi di marmo nel punto di frattura; cospargere su entrambi i tronconi del collante epossidico ; accostare i due tronconi posandoli sul foglio di carta e fissare con lo stesso adesivo eventuali frammenti. Lasciare far presa per almeno 36 ore. Nel frattempo pulire la sede da residui di cemento, stendere sul fondo uno strato di calcestruzzo (composizione: 1 parte di cemento e 3 di sabbia fine) e su questa posare la lastra. 24 ore dopo si stuccheranno le fessure attorno alla lastra con calcestruzzo mescolato a sostanze coloranti adatte e piuttosto fluido. È molto importante curare il perfetto allineamento e livellamento della lastra all’atto della messa in opera.
Se invece una lastra si è sbriciolata malamente, non resta che sostituirla. Se non si trovasse una lastra di eguale spessore, tener conto che è accettabile una approssimazione di ± 1/2 cm da compensare con lo spessore del cemento di fissaggio.
Togliere i frammenti usando uno scalpello da muratore con il preciso intento di non smuovere o danneggiare le lastre attigue a quella che si vuole togliere, il frammento più grosso potrà servire da campione per l’acquisto della lastra nuova.
Per stuccare li marmo (a sinistra) scrostare la parte danneggiata A e sgrassarla a fondo. Preparare poi un impasto di cemento grasso B addizionato di colore C adatto alle venature del marmo. Bagnare poi la zona danneggiata (a destra) e riempirla di cemento. L’ultimo strato dovrà essere costituito di cemento fluido A. Avvenuta la presa, levigare la zona con della pietra pomice B.